The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom – La nostra recensione

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom è il ventesimo capitolo principale della serie The Legend of Zelda.

Dopo l’annuncio dell’attesissimo sequel di Breath of the Wild è finalmente arrivato il giorno dell’uscita ufficiale, il 12 maggio 2023, ovviamente in esclusiva Nintendo Switch. Dopo aver viaggiato per le magiche terre di Hyrule abbiamo tratto le nostre conclusioni e le trovate racchiuse in questa recensione!

Attenzione: Per evitare qualsivoglia spoiler non approfondiremo la trama e parleremo solo degli avvenimenti conosciuti grazie ai trailer ufficiali. Sarà una recensione “spoiler free”, ma alcuni elementi del gameplay saranno trattati, quindi continuate la lettura con cautela.

 

Il magico mondo di Hyrule

Dopo gli avvenimenti di Breath of the Wild, Link e Zelda sono riusciti a liberare Hyrule dal male, o almeno così credevano.

Durante l’esplorazione dei sotterranei del castello, i due eroi incontreranno un cadavere mummificato mantenuto in animazione sospesa. Quando proveranno ad avvicinarsi un nuovo e oscuro potere si risveglierà, contaminerà Link – così da farci perdere i potenziamenti del primo gioco – e farà crollare l’area facendo precipitare la Principessa chissà dove.

Ferito e confuso, Link parte così alla ricerca di questo nuovo male intenzionato a fermarlo… e questo è tutto ciò che saprete sulla trama da noi! Vi lasciamo il piacere della scoperta.

 

The Legend of Zelda Tears of the Kingdom recensione

Una storia semplice ma avvincente

Evitare spoiler non vuol dire non poter dare un giudizio sulla trama del titolo giocato. Ebbene, com’è la storia di Tears of the Kingdom? Sicuramente non è la più ispirata del brand The Legend of Zelda, ma è più che soddisfacente per il suo scopo.

Costruita a strati la si può svelare, passo dopo passo, viaggiando per il regno degli Zora, delle Gerudo, dei Goron e dei Rito per ottenere le informazioni necessarie a ricostruire gli avvenimenti, e viene offerta anche la possibilità di rivivere dei “ricordi” interagendo con le lacrime del drago, piovute dal cielo attraverso dei geoglifi impressi nella terra.

Da tempo non ci capitava di emozionarci tanto alla ricerca di una trama da ricomporre, ed è stata una piacevole sorpresa. Anche perché rispetto a Breath of the Wild, in cui bisognava trovare il modo di fermare la Calamità Ganon, questo gioco solleva molti dubbi. Può davvero Link fermare il Miasma che infesta Hyrule?

 

Stesso mondo, gioco nuovo

Avviata la partita ci siamo sentiti a casa. Tears of the Kingdom non è molto differente da Breath of the Wild al primo impatto, ma dopo le prime ore di gioco questa sensazione di familiarità e déjà vu sono scomparse.

Link possiede nuove abilità che fa derivare dal suo braccio destro alterato e già dall’inizio ci viene fornita la possibilità di sbizzarrirci con essi. Il mondo è in pericolo e se volete salvarlo subito non vi è preclusa la possibilità di andare direttamente alla fonte del male all’inizio dell’avventura ma, comunque, nessuno vi vieta di esplorare Hyrule come vi pare e piace.

 

The Legend of Zelda Tears of the Kingdom recensione

Mondo sconfinato e sconfinate possibilità

Le prime fasi di gioco ci hanno lasciato senza fiato, una volta appresi i primi e rudimentali poteri si viene catapultati in un mondo già conosciuto ma tutto da riscoprire, e grazie alle capacità offerte a Link in questo nuovo capitolo si ha la sensazione che l’unico limite sia la propria immaginazione.

C’è davvero molto di cui parlare, ma la cosa che più ci ha stupito è la continua scoperta di novità. C’è sempre una nuova zona da esplorare, un nuovo nemico da incontrare, qualcuno con cui chiacchierare e il completamento della mappa di gioco non è cosa così facile da concludere.

Le aspettative erano alte, ma Nintendo ha saputo soddisfarle.

 

La vera sorpresa di Tears of the Kingdom

Quando il gioco è stato presentato la prima volta, tutti si sono meravigliati delle isole del cielo presentate nei trailer. Qualcuno ha pensato che questo fosse un DLC venduto a prezzo più che pieno, l’aggiunta di un paio di terre in alto che avrebbe lasciato tutte le cose come stanno. Ebbene, non è così.

Il mondo di gioco è lo stesso ma, a causa del Miasma, è cambiato. Non ha smesso di girare perché noi abbiamo smesso di giocare e questo lo si vive a ogni passo dell’avventura; la geografia dei luoghi che conoscevamo è stata modificata da questo male che ora ci offre ponti crollati, città distrutte, montagne deformate e tanto altro.

Inoltre, la vera esplorazione non parte dall’alto, ma dal basso! Il Miasma generato all’inizio del gioco ha eruttato in varie parti di Hyrule e da esso sono nati dei crateri in cui è possibile tuffarsi per trovare nuove zone.

 

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La componente survival

Il sottosuolo è tutt’altro che accogliente e si presenta oscuro e misterioso. All’inizio del titolo le armi scarseggiano, dobbiamo arrangiarci per la cucina e ogni risorsa potrebbe rivelarsi fondamentale più avanti. Ci è sembrato di vivere un’esperienza survival come mai prima nel brand e questo ci ha fatto appassionare ancora di più.

Così, armati di globi luminosi ci siamo avviati, di volta in volta, verso l’abisso, cercando di non restare senza arco (usurato nel tempo) e senza armi (ancora una volta troppo fragili). Purtroppo, il più grande difetto di questo titolo è la longevità delle armi. In alcuni momenti sono davvero tante quelle a nostra disposizione, ma è disarmante vedere come si usurino dopo tre o quattro fendenti. Ancora una volta, tra l’altro, è più facile buttarle e cercarne altre che ripararle.

Considerando che il sottosuolo pullula di mostri e creature poco amichevoli, non è facile gestire l’inventario. Ma non ci sentiamo di considerare questa componente particolarmente negativa e la valutiamo neutra – c’è a chi piace e a chi no.

 

Il potere è in mano al giocatore

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom fa una cosa che da tempo il mondo videoludico ha scordato: dare pieno potere d’azione al giocatore.

Chi gioca ottiene gli strumenti e le informazioni necessarie per portare a termine una determinata missione o compito, poi viene lasciato libero di agire decidendo l’approccio che vuole intraprendere e il comportamento da adottare.

Per la prima volta dopo decenni, guardare un punto inarrivabile non crea frustrazione. Non ci veniva richiesto di ripassare con un potere nuovo, con una capacità da “Fine gioco” che ci permetteva di recuperare qualcosa, non c’è mai stato un vero momento in cui qualcosa fosse precluso a chi giocava.

E tutto questo succedeva in una Hyrule viva e da scoprire, con nuove storie da ascoltare, personaggi da aiutare, nuove zone da esplorare e davvero tanto altro! Tutto su Nintendo Switch!

 

The Legend of Zelda Tears of the Kingdom recensione

Comparto tecnico

Giocando a Tears of the Kingdom non abbiamo fatto altro che chiederci: ma stiamo ancora giocando su Switch? Com’è possibile che su un tostapane del genere ci siano le potenzialità per dar vita a questo mondo magico? Non abbiamo ancora sfruttato tutte le possibilità che il titolo ci ha offerto, eppure ha superato di gran lunga tutti gli altri giochi presentanti sulla console ibrida di Nintendo.

Per carità, su Switch abbiamo avuto titoli di grande spessore come Bayonetta 3 e l’ancora stupendo Paper Mario: The Origami King, ma il pensiero non può che correre ad altri titoli come Pokémon Scarlatto e Violetto … si può ancora usare la scusa della console “non potente” per nascondersi dietro lavori scadenti? Persino Leggende Arceus è meglio del gioco Pokémon di nona generazione.

Il gioco è fisso a 30fps, ma non ha sofferto cali di framerate neanche nei momenti più concitati e non si sono verificati neanche una volta problemi di crash per il sistema – anche se la batteria della console dura poco in portatile con questo nuovo capitolo di The Legend of Zelda, e si scalda come una PS4 che prova a far partire titoli cross-gen. Decisamente meglio giocarlo con la console nel dock.

Nonostante queste piccole sbavature, l’esperienza vissuta in Tears of the Kingdom si è dimostrata una delle esperienza videoludiche più belle mai giocate.

 

Conclusioni su The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom è il perfetto sequel per Breath of the Wild. Ci presenta la stessa mappa di gioco del predecessore con qualche piccola aggiunta, eppure troviamo un mondo completamente nuovo e un’avventura inedita da vivere.

Al netto di qualche piccola sbavatura che ci ha fatto storcere il naso, come le armi che sembrano fatte di polistirolo, uno dei pochi difetti che riusciamo a trovare è che il mondo aperto presentato offre talmente tante possibilità da non sapere cosa fare prima!

Forse non sarà un capolavoro, ma ci si avvicina molto. Sicuramente è l’attuale miglior gioco su Nintendo Switch e uno dei migliori giochi disponibili sul mercato, pertanto ne consigliamo l’acquisto a tutti i videogiocatori (siano essi fan o no del brand). Se siete interessati trovate l‘edizione standard e la Switch in edizione limitata su Amazon.

 

The Legend of Zelda Tears of the Kingdom recensione

Voto 95/100

Pro

  • Meraviglioso mondo di gioco.
  • Infinite possibilità di costruzioni.
  • Si può esplorare in cielo, a terra o nel sottosuolo!

Contro

  • Un po’ troppo dispersivo.
  • Le armi si rompono con troppa facilità.