The Big Bang Theory VS Silicon Valley: serie TV sui NERD

Quasi chiunque abbia vissuto sulla Terra negli ultimi 10 anni conosce la sitcom americana The Big Bang Theory, ma non saranno in tanti a conoscere Silicon Valley. Il motivo per cui voglio fare un confronto tra queste due serie tv è che le reputo affini per molti aspetti, pur avendo approcci e stili monto diversi. Quello che entrambe fanno però, è calare nella realtà il mondo, prima un po’ nascosto, dei nerd e dei geek, acclamandoli ufficialmente come “la categoria sociale del nostro tempo”.

Non saprei dire se prodotti televisivi come questi abbiano contribuito a rendere “fico” l’essere nerd, ma di sicuro hanno dato un punto di vista diverso e smitizzato la figura del “ragazzo appassionato di fumetti e tecnologia” che adesso siede in posizioni di potere. In particolare, se Chuck Lorre e Bill Prady con Big Bang Theory hanno voluto raccontarci i nerd della porta accanto, Mike Judge, John Altschuler e Dave Krinsky con Silicon Valley hanno messo in scena i nerd che tentano la scalata sociale.

 

Essere speciali e normali contemporaneamente: The Big Bang Theory

 

La trama della sitcom di CBS è semplice: ci racconta le vite di un gruppo di amici (nerd), ricercatori al California Institute of Technology, i coinquilini Leonard (Jonny Galecki) e Sheldon (Jim Parson), e gli “altri” Howard e Raj. Sul pianerottolo dei due arriva Penny (Kaley Cuoco), una bellissima aspirante attrice, che farà innamorare di sé chiunque, ma che col tempo sarà conquistata inspiegabilmente da Leonard, goffo, bruttino e privo di autostima nerd incallito. Sembra fantascienza, ma le sceneggiature ben scritte (soprattutto nelle prime stagioni) rendono il tutto credibile e spassoso. Chi ha visto la serie sa.

Ma come viene affrontato il fenomeno nerd nella serie? Direi a 360°, e da tutte le angolazioni possibili, riuscendo a volte a normalizzare una condizione per qualcuno sconosciuta e altre volte a renderla speciale, mostrando al pubblico i lati più “cool”. In particolare è Sheldon, il personaggio più amato dai fan, a farci entrare a fondo nel mondo speciale di una persona dotata di grandissima intelligenza, ma anche con grandi problemi nel relazionarsi con gli altri.

Dal collezionismo di fumetti e action figure, alla passione per la fantascienza e il fantasy, dall’amore per il cinema e le serie tv di genere a quello per videogiochi e giochi da tavolo, tutto è perfettamente descritto, a volte in maniera volutamente caricaturale, ma sempre con l’obiettivo di far divertire gli spettatori e non di ridicolizzare una categoria.

 

Raccontare gli stereotipi

E la categoria non ne esce fuori affatto male, anche perché i successi in campo scientifico dei protagonisti, e le straordinarie storie d’amore che gli stessi riescono a vivere, rendono il contesto ben bilanciato. Il tutto in uno show per ragazzi, dove gli spettatori possono riconoscersi in quei personaggi un po’ loser e un po’ supereroi. Un ottimo punto di partenza, per capire il contesto di un mondo ben più complesso ed eterogeneo, di quanto si possa spiegare in una sit-com da mandare in onda nel primo pomeriggio di Italia 1.

E dire che la puntata zero della serie, vedeva Leonard e Sheldon intenti ad effettuare la periodica donazione di spermatozoi alla banca del seme, dimostrando la volontà di affrontare tematiche anche un po’ più irriverenti. La sessualità verrà poi lasciata alle goffe perversioni di Howard, e il racconto della grande timidezza di certi stereotipati nerd a Raj, personaggio innovativo al tempo, in quanto rappresentativo di una nuova generazione di immigrati (lui è indiano) che si spostavano per fare ricerca scentifica nelle università di tutto il mondo.

Gli stereotipi ci sono, sono la chiave dell’intero racconto, ma riescono a fare da sfondo a dialoghi molto intelligenti, un umorismo molto interessante e scelte di sceneggiatura che funzionano. È una sitcom americana per la TV, per di più nata prima della diffusione dei vari servizi di streaming, che hanno segnato una maggiore “raffinatezza” nei gusti degli spettatori, ma chiunque sia stato adolescente o poco più negli anni in cui questa usciva, ci si sarà divertito parecchio.

 

L’altra faccia dei nerd: Silicon Valley

 

HBO ci ha abituato negli anni a degli standard molto alti per i suoi contenuti originali, e secondo chi vi scrive nel caso di Silicon Valley siamo davanti a una delle migliori serie comiche mai realizzate. La trama racconta di un gruppo di amici programmatori (riecco i nerd), che cercano di sfondare nel mondo dell’informatica con i loro software. Richard (Thomas Middleditch) occupa uno spazio nell’incubatore per start-up di Elrich (T.J. Miller), e crea un software che inizialmente sembra fallimentare (Pied Piper), ma che dopo una esilarante indagine si dimostra essere una delle maggiori innovazioni tecnologiche della nostra epoca.

Scordatevi i facili stereotipi in questo caso. Questa serie tv ha un obiettivo diverso dal divertire (pur riuscendoci benissimo): Silicon Valley vuole spiegarci quanto possa essere cinico e folle il mondo delle aziende tech americane. Una critica dura fatta a un sistema in cui si spendono milioni di dollari, ma nel quale il valore delle cose sembra essere totalmente sballato. In questo caso i nerd sono lo strumento per aprire il Vaso di Pandora. Richard è il figlio (geek) dei tempi paradossali in cui viviamo.

 

La funzione politica del nerd

Un ragazzo, neanche troppo intelligente, sfigato e goffo, ha un sogno che fu di illustri uomini d’affari (e nerd) suoi predecessori. Bill Gates, Steve Jobs, Mark Zuckerberg sono il simbolo di come quei ragazzi appassionati di fantascienza e Dungeons and Dragons, presi in giro e derisi a scuola, oggi facciano parte della classe dirigente degli USA. Chiunque può riuscire, grazie alle sue doti tecniche e l’idea giusta, a diventare il nuovo eroe della tecnologia, parlare al Congresso davanti al Presidente degli Stati Uniti e conquistare il mondo. Ma a che costo? Silicon Valley spiega proprio questo.

Il mondo delle start-up innovative, per lo meno in questa serie, è popolato da personaggi paradossali e instabili, gasati dal successo e drogati dal potere. Il potere può durare una vita se sai monetizzare la tua idea, o pochi giorni, rendendoti in un attimo uno scarto sociale, indebitato e senza più rispetto. Fa soldi chi ha fortuna, e si vizia con pantagruelici “toga party”. Arriva in vetta chi riesce a vincere assurdi contest tecnologici, per farsi notare da investitori agguerriti.

Questo è l’altro volto dei nerd, meno stereotipato e caricaturale, ma in egual misura grottesco.

Voi quale preferite?