Fortnite è ancora un videogioco?

Fortnite: si può ancora definire come “semplice videogame” il più grande fenomeno videoludico degli ultimi 5 anni? Siamo all’alba di una nuova era per i videogiochi? Il mercato sta modificando la sua offerta? I videogiocatori (casual e pro player) stanno facendo evolvere i propri gusti e le proprie esigenze? Queste sono solo alcune delle domande che molti appassionati e addetti ai lavori si stanno ponendo da qualche tempo a questa parte, e ad alcune proverà a rispondere questo articolo, dopo aver affrontato l’argomento anche in una chiacchierata live sul canale YouTube di NOVAGULP.

I tanti motivi del successo di Fortnite

Il battle royale più famoso al mondo, targato Epic Games, è senza dubbio tra i giochi più amati dai ragazzi tra i 12 e i 25 anni e le ragioni di questo successo sono molteplici e sfaccettate. Sicuramente la modalità di gioco aiuta il coinvolgimento, con la possibilità di combattere contro giocatori collegati online ai server e presenti nella sconfinata mappa. A questo si aggiungano un design colorato e cartoonesco, la presenza di moltissime skin tra le quali scegliere per personalizzare i propri personaggi, un numero sempre in crescita di collaborazioni e il gioco è fatto.

Il successo commerciale

In realtà secondo molti il motivo cruciale di questo successo risiede in motivazioni commerciali. Fortnite è un gioco free-to-play, ossia un gioco distribuito gratuitamente su tutte le console, su pc e su dispositivi mobili, che però al contrario di altri giochi di questo genere è sviluppato con un gameplay e un aspetto grafico che hanno i giochi a pagamento. Inoltre, al contrario della stragrande maggioranza dei giochi free-to-play sul mercato, Fortnite non è un gioco pay-to-win in cui è necessario acquistare oggetti per poter progredire, diventare più forti e quindi andare ad un livello superiore. Tutti gli oggetti (moltissimi) che è possibile comprare all’interno del gioco, sono componenti grafiche che servono a personalizzare i propri personaggi senza influenzare il gameplay.

Le collaborazioni di Fortnite con altre aziende

Col successo arrivano le collaborazioni e con le collaborazioni aumenta il successo. É un ciclo continuo, ma il numero altissimo di giocatori, la grossa mole di traffico portata dalla pandemia, necessita di budget altissimi per rendere sempre performanti i server del gioco. Epic Games ha così deciso di non chiedere sforzi economici ai propri utenti/giocatori, adottando la filosofia di voler allargare sempre di più il gioco a nuove fasce di pubblico, ma allo stesso tempo monetizzando la loro attenzione tramite delle collaborazioni commerciali, alcune anche molto particolari.

Dalle collaborazioni in-game alle collaborazioni off

Un gruppo di fan sul sito di wiki Fandom.com ha realizzato un elenco delle collaborazioni apparse fino ad ora sul gioco e scorrendolo ci si accorgerà di quanto siano importanti le aziende con le quali Epic Games stringe accordi. Colossi dell’intrattenimento come Disney, Marvel, DC, ma anche competitor del settore videoludico, brand di moda, brand tecnologici e persino case discografiche che hanno portato musicisti come Travis Scott e Marshmallow a realizzare concerti digitali di successo planetario direttamente nel gioco. Il passo successivo è arrivato con una collaborazione fatta al contrario: non sono più i brand ad entrare in Fortnite per mostrarsi al suo pubblico, ma adesso è Fortnite ad entrare in altri brand per renderli più accattivanti ed attrarne di nuovi. Batman Fortnite/Punto Zero è il fumetto DC Comics che punta su questa nuova strategia.

Da videogame a social network in realtà virtuale a evento fisico

Il capitolo delle collaborazioni ci porta inevitabilmente a quello che dovrebbe rispondere alla domanda che ci siamo posti nel titolo: Fortnite è ancora un videogioco? La nuova sezione del gioco “Party Royale”, rilasciata da qualche mese, sembrerebbe rispondere con un secco “no”. Il videogame si sta trasformando sempre di più in un luogo di ritrovo virtuale come poteva essere il celeberrimo, ma ormai scomparso, Second Life che era un vero e proprio social network in realtà virtuale. Party Royale è una zona della mappa di gioco in cui per ora non si combatte, si socializza, si assiste a concerti, festival, mostre artistiche, e si fanno altre attività ricreative.

Quale sarà il passo successivo per Fortnite ed Epic Games? Gli eventi fisici dedicati al mondo dei pro-player competitivi continueranno ad esistere per questo gioco? Nonostante molte difficoltà documentate anche da attenti osservatori del mondo e-sports (qui un articolo della Gazzetta dello Sport che spiega tutto)? Quello che potrebbe accadere, gradualmente, è un movimento di Epic Games in collaborazione con altri brand verso eventi più legati all’intrattenimento. Le collaborazioni avviate con case discografiche e cinematografiche potrebbe portare i suoi frutti dopo la fine della pandemia in eventi fisici e digitali targati Fortnite ad esempio, e chissà che qualcuno ai piani alti di Epic Games non ci abbia già pensato.

Glenn Cooper

Intervista a Glenn Cooper

Premessa e ringraziamenti Per i nostri lettori, grazie alla cortesia del noto scrittore Glenn Cooper e della Casa Editrice Nord, siamo onorati di presentarvi alcune

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