Festival di Sanremo: i momenti che hanno segnato la sua storia

L’edizione 2022 del Festival di Sanremo sta per cominciare, catalizzando come ogni anno l’attenzione del pubblico. La lunghissima storia del festival è costellata di momenti indimenticabili e non. Tra ospiti ribelli, drammi e controversie i fatti da raccontare non mancano. Andiamo a ripercorrere alcuni tra i momenti più particolari che hanno segnato la storia dell’evento nazional-popolare per eccellenza.

 

Sanremo 1995 – Super Pippo

L’edizione del 1995 è considerata tra le migliori in assoluto grazie al grande successo delle canzoni in gara. Eppure come ogni anno non mancarono gli imprevisti, in questo caso decisamente clamorosi. Durante una delle serate della kermesse una persona di nome Pino Pagano minacciò di buttarsi dalla balconata dell’Ariston, mandando in tilt organizzatori e sicurezza. In un momento del genere chiunque si lascerebbe prendere dal panico ma non il Pippo Baudo nazionale, che andò personalmente a convincere Pagano facendolo desistere, tutto in in diretta TV!

Tempo dopo lo stesso Pagano disse che era tutta una montatura, mentre Baudo affermò il contrario. Che l’episodio sia vero o no ha comunque tenuto incollati allo schermo ben 17 milioni di spettatori, rafforzando il suo status di Super Pippo.

 

Super Pippo Baudo

Sanremo 2001- I Placebo spaccano Sanremo

Tra gli ospiti internazionali di quell’edizione del festival venne chiamato il gruppo rock inglese Placebo, per promuovere il loro terzo album Black Market Music. Sul palco dell’Ariston suonarono il nuovo singolo Special K, lasciando indifferente il pubblico in sala. Sul finire della della canzone il cantante Brian Molko, nel tentativo di dare una scossa alla platea, distrusse la sua Fender Stratocaster sull’amplificatore. Al termine dell’esibizione gran parte del pubblico cominciò a fischiare la band e a urlare “Scemo, scemo”.  Le ragioni di quel gesto vennero rivelate successivamente dallo stesso cantante: “La reazione di disgusto che il pubblico del teatro ha avuto al nostro ingresso in scena, in aggiunta all’alcol che avevamo bevuto in gran quantità nei camerini“.

 

 

Sanremo 1968 – Fermate Louis Armstrong!

La diciottesima edizione del festival, la prima condotta da Baudo, vide diversi artisti internazionali in gara, e tra tutti il più importante il grande jazzista americano Louis Armstrong. All’epoca ogni canzone era interpretata da due cantanti diversi in due versioni separate: Armstrong gareggiava insieme a Lara Saint Paul con la canzone Mi va di cantare. “Satchmo” esegue il brano interamente in italiano leggendo su un foglio incollato al pavimento – interpretando il brano con la testa all’ingiù – in un italiano tutt’altro che eccezionale. Nonostante ciò, grazie al suo carisma e ad una band composta da jazzisti italiani di altissimo livello, il pubblico accolse con grande entusiasmo la canzone

Per regolamento ogni cantante in gara poteva eseguire solo una canzone, ma durante la prima serata accadde qualcosa di non previsto. Armstrong al termine del suo brano attacca la famosissima When The Saints Go Marching In, mandando nel panico gli organizzatori. Il povero Baudo fu costretto a interromperlo con visibile imbarazzo. Il motivo di questo malinteso fu che Armstrong, anche per via del ricco cachet ricevuto, non aveva capito di essere in gara ma di dover fare una session di 45 minuti. Questo aneddoto è stato raccontato dallo stesso Baudo in diverse interviste, ma potete leggere un resoconto dettagliato in questo articolo della pagina Orrore a 33giri.

 

Luis Armstrong Sanremo

 

Sanremo 1996 – La terra dei cachi

L’edizione del 1996 viene ricordata per la memorabile partecipazione in gara degli Elio e le Storie Tese. Dopo l’Invito di Baudo a presentare una canzone per il festival, gli Elio accettano; nella loro avventura sanremese il gruppo si avvalse della preziosa collaborazione del maestro Beppe Vessicchio.

L’obiettivo del gruppo è quello di portare in scena il loro stile anticonformista. Per questo motivo nella creazione del brano gli Elio coinvolgono tutta l’orchestra selezionando accuratamente tutti quegli strumenti che solitamente non vengono mai utilizzati (uno fra tutti il gong!).

Il gruppo mostra il suo lato dissacrante nelle folli esibizioni: Elio si presenta sul palco con un braccio finto e parrucchino. Nella serata finale tutto il gruppo si presenta vestito come il gruppo francese Rockets, scatenando l’ilarità del pubblico. Durante una delle serate i big in gara devono presentare una versione ridotta di massimo un minuto. Rifiutandosi di tagliare il brano gli Elio suonano l’intera canzone a velocità supersonica in un solo minuto, col nome di Neanche un minuto di non caco

Con grande “delusione” fin dalla prima serata La terrà dei cachi si piazzò al primo posto della classifica, conquistando infine il secondo posto e sfiorando la vittoria per pochi voti.

 

Elio e le storie tese Rockets

Sanremo 1967 – La morte di Luigi Tenco

L’edizione del 1967 fu segnata dalla tragica morte all’età di 28 anni di Luigi Tenco, il quale si tolse la vita con un colpo di pistola. All’epoca era considerato uno dei cantautori più interessanti del panorama italiano. Per lui Sanremo rappresentava un modo di portare il suo stile anti-tradizionale in un contesto popolare come quello del festival. Si presentò in gara con il brano Ciao amore ciao, in coppia con Dalidà.

Durante la prima serata del festival Tenco appariva inquieto, cercando di calmare l’ansia con qualche bevuta di troppo, che finì per pregiudicare la sua esibizione. Il risultato fu che il brano venne eliminato durante la prima serata, non venendo neppure ripescato.

Da quel momento le informazioni sono più frammentate. Scosso da questa notizia Tenco decise di ritararsi nella sua camera d’albergo. Il tragico epilogo si consumò nella sua stanza dell’hotel Savoy, nel quale il cantautore si uccise con un colpo di pistola lasciando un biglietto con scritto:

Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io, tu e le rose” in finale e una commissione che seleziona “La Rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi

Il caso ancora oggi fa parlare di sé per via delle indagini condotte all’epoca – in maniera approssimativa, generando diverse perplessità – tanto che nel corso degli anni è stato riaperto più di una volta.

Luigi Tenco Sanremo

Sanremo 2021 – Senza pubblico

La settantunesima edizione del festival è stata segnata, come tutto il resto, dalla pandemia, svolgendosi interamente senza pubblico. Inizialmente si era pensato ad una platea composta da figuranti, ma l’idea è stata successivamente scartata. Insomma un’edizione (speriamo) unica nel suo genere, svoltasi in un’atmosfera surreale. Per riempire le poltrone tristemente vuote sono stati piazzati dei palloncini di varie forme e colori, nel tentativo di alleggerire il mood non proprio sereno. I telespettatori più attenti però hanno notato qualcosa di strano: tra i palloncini ce n’era uno a forma di pene!

Sanremo 2021 Palloncini

Sanremo 1985 – Sciopero!

L’edizione del 1984 fu segnata dalla protesta dei lavoratori dell’Italsider di Genova, che in quel momento stava per licenziare in massa i propri dipendenti. Per denunciare la situazione economica dello stabilimento del capoluogo ligure i lavoratori organizzarono una grande manifestazione fuori il teatro Ariston, durante la prima serata del festival.

Nonostante le trattative andate avanti per tutto il giorno, tra il sindacato e gli organizzatori del festival, non si giunse ad alcun accordo. Era chiaro fin da subito che la situazione fosse molto delicata: già dalle ore 20.30 erano più di 1000 le persone a manifestare fuori dal teatro. La situazione sempre più incandescente costrinse Baudo a presentare in maniera poco ortodossa i successivi tre cantanti in gara, e armato di megafono andò a parlare direttamente con i manifestanti. Il presentatore invitò una delegazione sul palco per raccontare i motivi della protesta. Il pubblico reagì con un grade applauso, appoggiando totalmente l’iniziativa.

 

Sanremo Italsider

Sanremo 1983 – Vita spericolata

Vasco Rossi per la seconda volta consecutiva partecipa al festival di Sanremo, con Vita Spericolata. Nonostante il penultimo posto in classica la canzone divenne un grande successo lanciando definitivamente la carriera del rocker di Zocca. Durante la serata finale del festival Vasco però abbandona il palco prima di terminare il brano, svelando a tutti i telespettatori l’esistenza del playback. Anni dopo il rocker dichiarò che abbandonò il palco in anticipo come segno di protesta per non aver potuto cantare in diretta.

 

Sanremo 1995 – Elton John

La serata del 23 Febbraio 1995, come già anticipato, rientra senza dubbio tra le più folli della storia del festival, all’insegna degli imprevisti. Dopo aver dissuaso tale Pino Pagano dal suicidarsi in diretta, Pippo Baudo dovette affrontare anche il forfait all’ultimo minuto di Elton John. A causa di un litigio con il compagno dell’epoca, il leggendario cantante inglese arrivato a Nizza fece dietrofront ritornando a casa; quella sera sul palco sarebbero stati celebrati i 25 anni dell’artista con una torta.

Baudo ha ugualmente celebrato il grande assente sulle note di Crocodile Rock, sottolineando la mancanza di professionalità con “Siamo più gentlemen di un gentleman inglese”.

 

Sanremo 1980 – “Wojtylaccio”

Per il trentennale del festival ci fu un significativo cambio alla conduzione, per attirare il pubblico più giovane. I presentatori furono Claudio Cecchetto, personaggio televisivo di successo, l’attrice Olimpia Carrisi e soprattutto Roberto Benigni. Quest’ultimo divenne il mattatore assoluto dello show, regalando momenti indimenticabili.

Il comico toscano fece un monologo incentrato sul sesso, apostrofando Giovanni Paolo II con l’appellativo di Wojtylaccione, e il presidente del Consiglio dei Ministri, Francesco Cossiga, con il termine Cossigaccio. Il momento più memorabile fu però il bacio tra Benigni e la Carrisi, di ben 45 secondi.

 

Benigni Carrisi

Sanremo 1984 – I Queen in playback!

Il playback ha segnato la storia del Festival di Sanremo per la prima metà degli anni ’80, causando malumori tra i cantanti in gara. Il motivo di ciò risiede nella volontà delle case discografiche, ma anche in un risparmio economico da parte degli organizzatori del festival. Questa pratica venne estesa anche agli ospiti, costretti a cantare per finta.

Nel 1984 tra gli ospiti internazionali furono invitati i Queen, per cantare il loro nuovo successo Radio Ga Ga. Al gruppo britannico, noto per le grandi esibizioni dal vivo e l’eccezionale voce di Freddy Mercury, non furono fatti sconti: la band si esibì in playback, un vero e proprio sacrilegio!

 

Sanremo 2020 –  Morgan Vs Bugo

Tra i momenti più folli della storia di Sanremo è impossibile non citare l’epico scontro tra Morgan e Bugo, in coppia con la canzone Sincero. Una frattura che nasce durante la terza serata dedicata ai duetti, quando Morgan litiga con l’orchestra e poi con lo stesso Bugo, che secondo lui aveva rovinato il brano.

Ed ecco che la sera successiva si consuma la tragedia. Morgan modifica il testo trasformandolo in un’invettiva contro il collega:

Le brutte intenzioni, la maleducazione/La tua brutta figura di ieri sera/La tua ingratitudine, la tua arroganza/Fai ciò che vuoi mettendo i piedi in testa/Ma tu sai solo coltivare invidia/Ringrazia il cielo sei su questo palco/Rispetta chi ti ci ha portato dentro/Ma questo sono io.

L’epilogo è facilmente intuibile. Bugo abbandona il palco e i due vengono squalificati, finendo bruscamente la loro avventura al festival.

 

Sanremo 2010 – L’orchestra si ribella

Durante la serata finale del Festival del 2010, al momento di svelare i tre finalisti si è assistito ad una feroce rivolta del pubblico e dell’orchestra contro il meccanismo del televoto. A contendersi la vittoria finale furono, Marco Mengoni , Valerio Scanu  e il criticatissimo trio Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici. L’esclusione in particolare dei brani di Malika Ayane e Noemi mandò su tutte le furie l’orchestra, i cui membri accartocciarono gli spartiti e li buttarono in aria.

I musicisti provarono anche a rendere pubblico il loro voto, ma il regolamento non lo consentiva. Mai prima d’ora nella storia del festival si era vista l’orchestra protestare in questo modo, regalando un altro momento memorabile della storia di Sanremo.

 

Sanremo ribellione orchestra