Lo chiamavano Trinità… da 50 anni

Il 22 dicembre del 1970 usciva nelle sale Lo chiamavano Trinità, un film western innovativo che ha consacrato la coppia formata da Bud Spencer e Terence Hill. Questa pellicola rappresenta una delle pagine più importanti della storia del cinema italiano, per la grande influenza che ha avuto sul cosiddetto “spaghetti western”. Andiamo a scoprire la storia dietro la nascita di questo cult.

 

Dio perdona… io no!

L’incontro tra Bud Spencer e Terence Hill è nato per puro caso nel 1967, sul set del film Dio Perdona… io no! di Giuseppe Colizzi. Inizialmente l’attore Peter Martell avrebbe dovuto interpretare il ruolo di coprotagonista al fianco di Bud Spencer, ma il giorno prima delle riprese si infortunò ad un piede. A poche ore dall’inizio delle riprese Hill fu chiamato a sostituirlo, mettendosi subito in viaggio dall’Italia verso la Spagna, dove si dovevano svolgere le riprese.

 

Dio perdona io no

 

Il western all’italiana, battezzato da Sergio Leone con “Per un pugno di dollari”, fu un genere molto prolifico e di successo. All’inizio degli anni ’70 i western italiani avevano preso una deriva violenta, per aumentare l’appeal presso il pubblico più giovane. I produttori decretavano la validità o meno di una sceneggiatura in base a quanti morti contenesse!

Dio perdona… io no! era quindi un western cinico, lontano dalle atmosfere allegre e scanzonate dei film futuri. Hill interpreta Cat “Doc” Stevens mentre Spencer è Hutch “Earp” Bessy. Nelle scene in cui recitano insieme è già possibile intravedere una certa alchimia tra i due attori. Il film ottenne un grandissimo successo di pubblico, diventando uno dei maggiori incassi della stagione 1967-1968; insieme a Colizzi, Bud e Terence gireranno altri due western, I quattro dell’Ave Maria La collina degli stivali, consolidando la loro popolarità.

 

E.B. Clucher

E. B. Clucher, nome d’arte di Enzo Barboni, intuì il momento di stanchezza creativa che stava attraversando il genere western, e scrisse una sceneggiatura in cui si attenuava la violenza per dare invece grande spazio all’ironia. Non fu facile trovare qualcuno disposto a investire su un’idea così innovativa. Dopo vari rifiuti, il produttore Italo Zingarelli, convinto del potenziale della storia accettò di produrre il film. Spencer e Hill reduci dai fasti della trilogia colizziana erano alla ricerca di un nuovo progetto, così Zingarelli pensò subito a loro due per il ruolo da protagonista: entrambi accettarono subito.

 

E. B. Clucher
E. B. Clucher

 

Le basi del mito

Con Lo chiamavano Trinità… vengono poste le basi del mito della coppia Bud Spencer e Terence Hill. I due attori portano in scena personaggi dai caratteri opposti, ma complementari. Trinità è scaltro e furbo, mentre Bambino è un burbero dal cuore buono. Le prime immagini del film mettono in chiaro le intenzioni della pellicola, ovvero ribaltare i cliché del genere: Trinità abile, ma pigro pistolero chiamato “la mano destra del diavolo” si fa trascinare dal suo cavallo, sonnecchiando comodamente sdraiato su un travois.

La scena è accompagnata dalle note della leggendaria canzone composta da Franco Micalizzi e cantata da Annibale Giannarelli; se le composizioni di Morricone per i film di Leone utilizzavano il fischio per enfatizzare il carattere epico del film, qui i toni sono rilassati come il suo protagonista.

 

Trinità

 

Nonostante si tratti di un western comico, è importante sottolineare che il film non vuole essere una parodia, ma una variazione sul tema. La pellicola è ricca di momenti e battute entrate a pieno titolo nella storia del cinema italiano, che sottolineano l’ottimo lavoro di sceneggiatura. Le citazioni si sprecano, da “È il signore che vi manda! – No passavamo di qui per caso” a “Emiliano non tradisce gringo… Emiliano dice tutto gringo“. Tra le scene migliori rientra sicuramente quella in cui il bandito Mezcal dà un bel ceffone a Bambino e quest’ultimo gli restituisce il torto.

 

 

La parte finale rappresenta la quintessenza del mito di Bud Spencer e Terence Hill, ovvero le scazzotate! Lo spettatore assiste ad oltre 9 minuti di botte in cui i mormoni guidati da Trinità e Bambino si scontrano con gli uomini del maggiore Harriman. Le scazzotate diventeranno un marchio di fabbrica dei successivi lavori della coppia, contribuendo fortemente alla popolarità dei loro film.

 

Successo

Lo chiamavano Trinità… ricevette un riscontro sorprendente, diventando il secondo incasso dell’annata 1970-1971 con oltre tre miliardi di lire. La pellicola diretta da Barboni cambierà per sempre la faccia dello spaghetti western, dando nuova linfa al genere; nel 1971 viene girato a furor di popolo il seguito dal titolo Continuavano a chiamarlo Trinità, che ottiene una risonanza persino maggiore: Bud Spencer e Terence Hill diventano delle superstar internazionali, nonché assoluti mattatori del box office italiano per molti anni. Il grande trionfo raggiunto dal duo spingerà molti registi a emulare la formula di Lo chiamavano Trinità, mentre alcuni si spingeranno al plagio assoluto.

Potrebbe interessarti anche: L’attacco dei cloni: I sosia di Bud Spencer e Terence Hill

Lo chiamavano Trinità… è un’opera che non invecchierà mai, che a distanza di 50 anni continua a divertire gli spettatori proprio come allora. Una formula semplice, ma realizzata in modo formidabile, che ha segnato in modo indelebile l’immaginazione di intere generazioni.

Glenn Cooper

Intervista a Glenn Cooper

Premessa e ringraziamenti Per i nostri lettori, grazie alla cortesia del noto scrittore Glenn Cooper e della Casa Editrice Nord, siamo onorati di presentarvi alcune

Leggi »