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Getter Robot: Un Mecha da amare

Anche se non gode nel nostro Paese del successo che riscuote in Giappone, Getter Robot è una delle serie più amate nel paese del Sol Levante e rilevanti del genere.

Essendo uno dei capostipiti del genere mecha, questo robottone è riuscito a conquistare il cuore delle generazioni che si sono susseguite dalla sua uscita negli anni ’70 ad oggi.

Per parlare del mecha Getter Robot e dei suoi personaggi, dovremo tornare indietro di qualche anno, al 1974.

Getter Robot: La nascita

Getter Robot nasce come serie animata nel 1974 da un soggetto di Go Nagai, commissionato da Toei Animation.

La serie di 51 episodi, giunti in Italia solo nei primi anni ’80, narrava le gesta della squadra Getter, composta da Ryoma Nagare, Hayato Jin e Musashi Tomoe, tre piloti addestrati dal centro di ricerca Saotome per la protezione del mondo. Il centro di ricerca, fondato dal professor Saotome Hakase, era riuscito negli anni ad utilizzare come fonte energetica dei misteriosi raggi cosmici ribattezzati Getter, e a utilizzarli come fonte di energia pulita per l’intero Giappone.

Getter Robot fu il primo mecha componibile e trasformabile della storia. Secondo il soggetto proposto a Go Nagai da Toei Animation, i tre protagonisti sarebbero dovuti essere tre cyborg che si combinavano tra loro per formarne uno più potente.

Questa idea fu scartata durante la scrittura del soggetto e venne riutilizzata da Nagai l’anno dopo per la serie – amatissima in Italia – Jeeg Robot. Secondo una leggenda metropolitana di cui non si hanno fonti certe, l’idea di avere tre aerei componibili nasce da un tamponamento a catena in cui Nagai ha avuto parte; secondo questo racconto lui e il suo staff si avviarono con tre auto per prendersi un giorno di ferie e godersi una giornata al mare, ma furono coinvolti nel tamponamento.

Getter Robot Toei Animation Manga

Getter deriva dal giapponese gattai, che significa “unione”.

Anche se avere un robot combinabile fu una rivoluzione per i mecha, la storia ripercorreva i temi classici del genere: un super robot combatteva per difendere la pace contro un’armata di invasori – il popolo dei dinosauri, in questo caso.

La vera rivoluzione arrivò quando, lo stesso anno, Go Nagai reinterpretò la serie con il disegnatore Ken Ishikawa (morto di infarto il 15 novembre 2006), cioè quando fu data origine al manga.

Arriva il manga di Getter Robot

Come nell’anime, Getter Robot era composto da tre aerei Jet.

Get Machine Eagle (il Jet rosso), pilotato dal forte e coraggioso Ryoma Nagare. Quando è in posizione di testa si va a formare il Getter One, il più forte dei tre e imbattibile nei combattimenti aerei. Per la creazione del viso del Getter One, dovete sapere che si sono ispirati al guscio di una tartaruga.

Get Machine Jaguar (il Jet bianco), pilotato dall’intelligente Hayato Jin. In posizione di testa dà vita a Getter Two, capace di muoversi su qualsiasi terreno, può volare, muoversi sotto terra, ed è armato di tenaglie e trivelle.

Infine, la Get Machine Bear (il Jet giallo), pilotato da Musashi Tomoe, il classico “amico di buon cuore”. Al comando con lui forma Getter Three, ideale per gli scontri subacquei, equipaggiato di cingoli e braccia allungabili. Una delle costanti in tutti i remake, reboot e sequel della serie, è la morte di Musashi Tomoe. Sacrificandosi per salvare i suoi compagni, perde la vita e lascia il posto a quello che diventerà il nuovo pilota del Getter Three: Benkei Kuruma.

Questa prematura scomparsa non la troviamo in Getter Robot Re-model (o New Getter Robot), in cui assistiamo all’arrivo di un personaggio che fonde Musashi e Benkei: Benkei Musashibo, ispirato al condottiero storico.

Nel manga i caratteri dei personaggi sono stravolti e ognuno di loro riceverà diverse sfumature che – paradossalmente – li renderà più umani. In particolare Ryoma non sarà più il classico ragazzo gentile, senza macchia e senza paura, ma si trasformerà in un giovane segnato dal suicidio del padre (gesto compiuto a causa dei debiti), che sfogherà con violenza tutta l’amarezza che si porta dentro.

Non abbiamo macchine sentimentalmente legate ai piloti che perdono il controllo, era Ryoma stesso ad andare in stato di furia e perdere il controllo. Nessuno poteva fermarlo, preso dalla voglia di uccidere diventava un pericolo anche per gli alleati. Prima ancora del Guts di Berserk, fu lui ad affermare che “non potrà più camminare, se si preoccupa delle formiche che calpesta“. Non a caso, la sua frase più citata del manga, degli anime e dei videogame è:

“Se è meccanico lo distruggo, se è organico lo ammazzo. Non fa differenza per me!”

La furia di Ryoma Nagare!

Avendo dei personaggi più “umani” con pregi e difetti – tanti difetti – nei quale rispecchiarsi, Getter Robot divenne ben presto un cult in quel Giappone che iniziava ad accettare i manga come forma d’arte, e i suoi personaggi come riflessi di se stessi. Questo percorso fu intrapreso con l’inizio di Ashita no Joe, il capolavoro scritto da Asao Takamori (con lo pseudonimo di Ikki Kajiwara) e disegnato da Tetsuya Chiba, ripreso da Go Nagai nelle sue opere quali: Devilman, Mazinger Z e Getter Robot, e tutti i seguiti che li hanno seguiti.

Nonostante l’incredibile successo della versione animata, fu il manga Getter Robot a diventare un cult, e non a caso le opere seguenti iniziarono a citarlo o a prendere a piene mani da esso. Ancora adesso, il manga è consigliato a tutti gli amanti del genere o a chi vuole avvicinarsi ad esso.

Liberi da contratti che legavano la storia a terzi, e dopo numerosi sequel legati al filone originale, Nagai e Ishikawa poterono lavorare negli anni ’90 a quella che divenne la serie di Getter Robot più amata:

Change! Shin Getter Robot: The Last Day Of The World!

Change! Shin Getter Robot: L’ultimo giorno del mondo, o come viene chiamato spesso Shin Getter Robot: Armageddon, fu realizzato nel 1998 e reimmagina la serie animata con toni molto più cupi, violenti e profondi. Fu innovativa a livello di animazione, ma rispecchiando fedelmente il manga Shin Getter Robot del 1974 (sempre di Nagai ed Ishikawa).

L’ultimo giorno del mondo, o meglio, Shin Getter Robot, è in realtà un sequel. Quest’opera però non è possibile trovarla né sotto forma cartacea né sotto forma animata, in quanto altro non è che uno sceneggiato radiofonico che racconta nel dettaglio la guerra contro gli invasori, al termine dello scontro nella base lunare, accennata nel prologo della serie. Purtroppo esiste solo in giapponese.

La serie Shin Getter Robot: The last day of the world è piena di citazioni alle vecchie opere di Go Nagai e Ken Ishikawa e potete trovarla in Italiano completa in DVD.

Quando Ryoma, a bordo dello Shin Get Eagle, si combina con le altre Get Machine, il suo sedile percorre un corridoio, fa una giravolta, e scende in un’altra posizione di comando. Questa è un omaggio a Duke Fleed e Grendizer (Ufo Robot Goldrake per noi).

Quando assistiamo allo scontro tra lo Shin Getter One ed il Getter Robot Dragon controllato dagli invasori, quest’ultimo staccherà una placca dal viso lanciandola come un boomerang. L’arma è una chiara citazione al Great Boomerang del Great Mazinger, ma per qualche frame si può notare come, senza la placca rossa di metallo, il viso del Getter Dragon sia simile proprio al Mazinger citato.

Le maggiori citazioni le ritroviamo però nei nemici. Gli invasori sono dei parassiti mutaforma capaci di fondersi con oggetti e esseri viventi, proprio come i Demoni di Devilman. In un episodio particolare i nostri eroi si troveranno a dover affrontare gli invasori circondati dal ghiaccio in una base artica, e verranno a conoscenza che tra gli scienziati, si annida un invasore che sta contaminando gli altri. L’episodio è una citazione al film La Cosa di John Carpenter.

Sempre in quell’episodio, sul finale, si affronterà un nemico che si protegge dietro un guscio di esseri umani ancora in vita e agonizzanti, come successo ad Akira Fudo quando affrontò Jinman in Devilaman (che consiglio di recuperare). Al contrario di Akira, Ryoma non avrà esitazione ad uccidere le persone per raggiungere il nemico.

Parlando di nemici nella serie ritroviamo – sotto forma di cloni – il sovrano del regno dei dinosauri (nemico della prima serie di Getter Robot), l’imperatore Gol, e il re degli Oni (nemico della serie Getter Robot G), Re Bral. Presi in prestito dal manga Maju Sensen di Ken Ishikawa faremo anche la conoscenza di Cowen e Stinger.

Un amore senza fine

Anche dopo la scomparsa di Ishikawa, Getter Robot continua ad avere ristampe, reboot, nuove serie animate e cartacee. In un certo senso si potrebbe dire che lui continui a vivere grazie alle sue storie.

Se non avete mai letto nulla di Go Nagai, o se volete semplicemente iniziare un’opera di genere mecha ispirata e profonda, vi consiglio di iniziare con Getter Robot. Non a caso è considerata una delle migliori serie del genere nei Paesi del Sol Levante, ed è anche molto apprezzata dalla nicchia di estimatori dei robottoni nel nostro Paese.

Tra amore, combattimenti mozzafiato ed introspezioni emotive, Getter Robot saprà farvi emozionare come mai nessuna serie mecha ha fatto prima. Quindi, andate a leggerlo e poi fateci sapere la vostra nei commenti!

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