Dopo più di trent’anni dalla messa in onda, uno dei programmi simbolo dell’intrattenimento americano si prepara a chiudere i battenti. Il Late Show, in onda dal 1993 sulla CBS, ha accompagnato intere generazioni con il suo mix di umorismo, musica e interviste a celebrità e non. Prima con David Letterman, vera e propria leggenda della comicità televisiva, e dal 2015 con Stephen Colbert, il quale ha saputo raccogliere l’importante eredità col suo stile ironico e pungente.

La notizia della cancellazione è arrivata come un fulmine a ciel sereno il 17 Luglio scorso, quando Colbert stesso ha annunciato in diretta che il Late Show chiuderà i battenti a Maggio 2026. Una decisione che segna la fine di un’epoca, ma che ha scatenato polemiche per via delle basi della scelta presa.
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ToggleThe Late Show with Stephen Colbert
Stephen Colbert con il suo umorismo punta a smontare le contraddizioni, i paradossi e soprattutto le bugie del potere. Non è un caso che il bersaglio preferito dei suoi monologhi negli ultimi anni sia stato Donald Trump. Con un approccio caustico e irriverente, Colbert ha trasformato la Casa Bianca in un inesauribile serbatoio di battute. Per lui, il 45º Presidente degli Stati Uniti rappresenta una fonte costante di materiale comico. Trump, dal canto suo, non ha mai nascosto il fastidio per queste prese in giro, rispondendo spesso a colpi di dichiarazioni al vetriolo.
Non è soltanto una questione di schermaglie personali, ma rappresenta un problema culturale sempre attuale: da una parte la libertà di satira come strumento critico nei confronti del potere; dall’altra chi vede in questo un intralcio, un fastidio, un’arma mediatica, in questo caso contro i conservatori e, in particolare, contro l’amministrazione Trump.

Una grande e sostanziosa tangente
Uno degli episodi che più ha alimentato la tensione tra Colbert e Trump riguarda un controverso patteggiamento legale. La Paramount, casa madre della CBS, ha infatti versato 16 milioni di dollari al presidente Trump per chiudere una causa intentata da quest’ultimo. Lui sosteneva che il network aveva modificato in modo ingannevole un’intervista con la sua rivale alle elezioni presidenziali Kamala Harris, per avvantaggiarla.
La Paramount però era in procinto essere venduta allo studio hollywoodiano Skydance Media, operazione avvenuta ufficialmente ad Agosto. Questa delicata acquisizione però richiese l’approvazione delle autorità di regolamentazione federali. Per questo motivo la Paramount aveva deciso di rimborsare Trump, nonostante molti commentatori avessero giudicato questa causa priva di solide basi.
Colbert non ha perso l’occasione per commentare la vicenda, definendo il pagamento “a big, fat bribe” (una grande e sostanziosa tangente). Il presentatore ha sottolineato il fatto che l’azienda volesse liberarsi rapidamente della questione per tutelare la fusione tra i due gruppi.
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La fine di un’era
Nel corso della puntata del 17 Luglio, Colbert ha annunciato la cancellazione dello show. Dopo oltre tre decenni di attività e milioni di telespettatori, la CBS ha deciso di dire addio a uno dei suoi programmi di punta. La motivazione ufficiale è di natura finanziaria, a causa della perdita economica di oltre 40 milioni di dollari l’anno. ll modello tradizionale del “late night talk show” sembra entrare in crisi. Le nuove generazioni preferiscono contenuti brevi, fruibili in streaming o sui social.
In molti però hanno pensato che la linea editoriale di Colbert, spesso apertamente critica verso Trump e i repubblicani, sia la vera causa della cancellazione. La chiusura è stata immediatamente commentata dall’attuale presidente in un post pubblicato sui social. Trump ha espresso tutta la sua soddisfazione: “Amo assolutamente che Colbert sia stato licenziato. Il suo talento era ancora più scarso dei suoi ascolti.”
Trump vs. comedians
Nello stesso post in cui commentava la fine del Late Night, the Donald ha allargato il tiro anche ad altri due altri due conduttori comici spesso accusati di essere troppo “di parte” nelle loro battute. «Sento che Jimmy Kimmel sarà il PROSSIMO ad andarsene… subito dopo anche Fallon.»
L’emittente ABC nel mese di Settembre aveva annunciato con grande sorpresa la sospensione della trasmissione Jimmy Kimmel Live! a tempo indeterminato. Questa decisione è stata presa a causa dei comenti di Kimmel su come il presidente e il movimento MAGA abbiano cercato di strumentalizzare la tragica morte dell’attivista repubblicano Charlie Kirk per trarne vantaggio politico.
Trump ha ovviamente commentato l’accaduto via social dicendo:
«È un’ottima notizia per l’America – Mi congratulo con la ABC per aver fatto ciò che andava fatto da tempo. Kimmel non ha NESSUN talento.» continuando «Kimmel non ha talento e ottiene ascolti persino peggiori di Colbert, se possibile. Questo lascia Jimmy e Seth, due perdenti assoluti, sulla stazione di fake news della NBC. Anche i loro ascolti sono pessimi. Forza, NBC!!!»

Questa scelta ha scatenato aspre critiche, dal mondo politico e non, nel difendere il diritto della libertà di parola. Molti utenti contrariati per la sospensione hanno disdetto il loro abbonamento Disney+, in quanto la ABC fa parte della Walt Disney Company. Queste reazioni hanno portato infine all’annullamento della sospensione, facendo tornare in onda il programma appena una settimana dopo.
GO F*** YOURSELF!
Se Trump ha esultato, Colbert non è certo rimasto in silenzio. Anzi, ha rilanciato con ancora più forza, promettendo che nei mesi che restano di programmazione non si risparmierà e affermando “The gloves are off” (Ora si combatte senza guantoni). E infatti il conduttore è passato all’attacco salutando il presidente con un inequivocabile «Go fuck yourself!». Lo scontro personale tra i due è arrivato a livelli mai visti prima ed è destinato a infiammarsi sempre di più. Gli spettatori assisteranno a questa battaglia senza esclusione di colpi, preparandosi a risate, provocazioni e inevitabili polemiche, nonché un po’ di commozione per la fine di un programma iconico.